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- Il Porto e i tipici Caliscendi
Descrizione
Fin da quando esisteva la colonia romana di Castrum Novum sul colle e sulla pianura alla foce del fiume Batinus, l'odierno Tordino che segna oggi il confine meridionale della città, Giulianova si è distinta per il suo scalo commerciale. Testimonianze delle anfore che contenevano le produzioni del nostro territorio e delle famose lucerne di Castrum Novum si conservano nel Museo Civico Archeologico "Torrione La Rocca" in via del Popolo, nel centro storico della città alta. Lo scalo fluviale si mantenne in vita fino almeno al XVI secolo finchè la città abbandonò, per così dire, il suo mare e rivolse la sua attenzione soprattutto verso l'entroterra. La costa tuttavia restò nei secoli il principale luogo per il carico e lo scarico delle merci che dal territorio teramano giungevano lungo il litorale e dall’altra parte dell’Adriatico, tanto che Giulianova era sede della dogana.
La nascita del porto moderno di Giulianova, a metà tra
le foci dei fiumi Tordino e Salinello, affonda le sue radici nel 1852
quando il decurionato cittadino avanzò una richiesta per la costruzione
di un caricatoio data la presenza di magazzini già costruiti. Per quanto
ruguarda l'attività peschereccia nell'Ottocento sono poche le famiglie
che vivono di pesca e provengono per la maggior parte da altri centri
costieri, soprattutto delle vicine Marche. Dal 1913 si
provvede alla creazione di una scogliera a protezione della spiaggia per
contrastare l’erosione: è l’inizio del molo Sud, detto “porto vecchio”. Un’altra scogliera verrà realizzata tra il 1922 e il 1924 ponendo le basi di quello che diverrà il molo Nord, chiamato “porto nuovo”. La struttura portuale vera e propria, dopo non poche proteste e difficoltà, venne a realizzarsi tra il 1933 e il 1936 con il prolungamento del molo Nord a chiusura del bacino.
Al tempo la flotta giuliese contava circa quaranta imbarcazioni e nel
1938 venne costruito il mercato ittico all’ingrosso in prossimità
dell’area portuale.
Infatti, il mercato del pesce si trovava esclusivamente a Giulianova,
in quella che oggi chiamiamo la parte alta e dove era il centro di
tutta la vita cittadina, e le donne attendevano a riva il ritorno delle
barche, paranze e lancette, per riempire le ceste e salire sul colle percorrendo la salita Montegrappa.
Il porto viene gravemente danneggiato dalle truppe tedesche in ritirata nel gennaio 1944
ma dietro la pressione dell’amministrazione comunale e dei lavoratori
della pesca le opere di sistemazione vennero avviate. Negli anni
Settanta del Novecento viene modificata l’imboccatura per evitare
insabbiamenti e pericoli, mentre nel decennio successivo si realizza la
banchina di riva e prende vita progressivamente l’approdo turistico.
Il molo Sud, il porto “vecchio”, è certamente un luogo affascinante e tranquillo dove passeggiare e imbattersi nei personaggi della marineria che animano i “caliscendi”, strutture in legno finalizzate alla piccola pesca, ma anche luoghi tradizionali di ritrovo che dagli scogli si sporgono sul mare. Il porto è certamente uno degli angoli dai quali meglio godere il paesaggio che distingue Giulianova, sospesa tra le vette più alte degli Appennini e l’Adriatico, con il profilo caratterizzato dalla mole della cupola del duomo di San Flaviano, simbolo della città.